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FAMIGLIA ZUPI




Carlo Zupi e Famiglia






Discendente di una ricca famiglia cerisanese protagonista di una rapida escalation sociale ed economica all'indomani dell'eversione feudale, Carlo Zupi, per molti anni, fu al centro della vita culturale e politica di Castrolibero e Marano Principato. Figlio di Saverio e di Luigina Conflenti, era nato a Cerisano nel 1878, e si trasferi' a Castrolibero dopo la morte dello zio Giovan Battista Zupi del quale fu erede universale. Seguendo le orme familiari dedicò particolare attenzione agli studi umanistici, diventando decano di una corrente storiografica oggi rappresentata da Gustavo Valente e Luigi Bilotto. Poliedrico scrittore, nella villa di contrada S. Lucia, formò una cospicua raccolta libraria e attese appassionatamente alla stesura di saggi letterari. Incuriosito dalle vicende di Pandosia e dalla morte di Alessandro il Molosso, nel 1901, esordi' nel ristretto mondo culturale cosentino con un saggio dal titolo "Lo Stato di Cerisano, Castelfranco e Marano nel 1750". L'opuscolo, di 14 pagine, era la prima monografia dedicata alla storia dei tre paesi che formavano l'antico principato di Castelfranco. La ricerca era basata su una platea di Casa Sersale del 1750 in cui venivano descritti i confini dello Stato, i corpi giurisdizionali e le condizioni degli vassalli. Accolto favorevolmente, il contributo si esauri' rapidamente tanto da richiedere nel 1906 una ristampa curata dalle Edizioni Settentrionali di Milano. Spronato dal successo, perseverò nello studio e un anno dopo, come segretario della Commissione Conservatrice dei Monumenti della Provincia di Cosenza, diede alla luce il corposo volume dal titolo "Cosenza citta' e provincia. Guida Storica amministrativa e commercíale". Il libro, rifacendosi alle esperienze di Gabriele Barrio, Gerolarno Marafioti, Giovanni Fiore, GiovanBattista Pacichelli, Lorenzo Giustiniani ed Eugenio Arnoni solo per citarne alcuni, era una chiara radiografia della provincia di Cosenza inizio novecento ed illustrava, minuziosamente, la condizione di ogni centro soffermandosi sulle attività produttive, le fiere ed i mercati, le opere pie, la religiosità e l'amministrazione comunale. I suggerimenti della critica, quindi, lo indussero ad approfondire l'argomento e a colmare il vuoto documentario relativo ai monumenti. Tra il 1912 e il 1914 la sua attività di letterato fu particolarmente proficua e furono edite ben 4 opere. Nel 1912 affidò all'Almanacco Italiano la divulgazione dell'articolo " Cosenza: i principali edifici monumentali della provincia descritti e illustrati"; diffuso in estratto per le edizioni Benporad di Firenze. Contemporaneamente elaboro' un agile volumetto, in edizione privata, dedicato alla famiglia Zupi nel quale, soffermandosi sull'origine di quel lignaggio la fece risalire al 1657 con Lorenzo Zupo, sposato con Caterina Paura. Agli antenati dedicò delle rapide biografie che ne esaltavano l'integrità di vita e dei costumi, senza tralasciare i meriti culturali e scientifici di Nicola Zupi: preside della facoltà di medicina dell'Università di Napoli che, proprio nelle adiacenze della villa di contrada S. Lucia, sperimentò una nuova teoria sull'origine dei terremoti. Nel 1913, Carlo Zupi, focalizzo' nuovamente l'attenzione su Castrolibero e scrisse della genesi del culto di S. Francesco di Paola. Lo studio nasceva col preciso intento di dimostrate le ragioni familiari in merito alla controversia sorta con i discendenti di Ferdinando Paura i quali pretendevano una sorta di jus patronato sulla chiesetta dedicata al paolano. Riguardo al tempio sacro, il testo, tramandava notizie curiose ed interessanti oltre ai continui pellegrinaggi e alle feste che si celebravano il 2 aprile e il 16 luglio. All'interesse storico, nel 1914, subentro' quello letterario e con la pubblicazione di "Poeti dialettali calabresi moderni" esamino' la poesia in vernacolo. Un lavoro, come egli stesso affermava, lacunoso perche' "di tutti non potrei parlare, essendo tanti e tanti i rimatori ed i sedicenti rimatori del nostro dialetto, quanti e più sono i paesi della nostra bella, ma pur dimenticata Calabria". Dopo una pausa di quattro anni, nel 1918, ancora nell'Almanacco Italiano pubblicò l'articolo "Reggio Calabria prima del terremoto del 28 dicembre 1908" dove, le fotografie della città venivano accompagnate dalla descrizione della catastrofe tellurica. Contestualmente all'attività di letterato, la politica, assorbi gran parte del suo tempo e diventò sindaco di Marano Principato non prima di aver compilato uno scritto su gli "Usi e costumi del popolo Albanese in Calabria". L'incarico amministrativo durò dal 1 novembre 1905 al 1918. Un periodo delicato, per la società principatese, ripetutamente segnata dagli effetti negativi del terremoto del 1905, dall'emigrazione e dalla prima guerra mondiale. Problemi affrontati con serenità e senso civico che non lo sottrassero alle critiche degli avversari politici. Carlo Zupi mori' a Roma nel 1918, colpito dall'influenza "spagnola". La ferale notizia fu divulgata alla società cosentina dalla "Cronaca di Calabria" in un necrologio pubblicato il 7 novembre dello stesso anno, in cui si legge: "Il 22 ottobre, colto da crudele morbo, spegnavasi in Roma, serenamente come visse Carlo Zupi del fu cav. Saverio, sindaco di Marano Principato. La famiglia ed i parenti tutti, affranti dal dolore, ne danno il triste annunzio. Valga il presente di partecipazione" Alla vedova Maria Reda, il nobiluomo oltre ad un ricco patrimonio finanziario, di dignità e cultura, lasciò il gravoso compito di accudire i tre giovani figli: Paolina (1906-1985) Eligia (1908-1995) e Francesco (1910-1985). Paolina sposò il possidente Carlo Primicerio e non ebbero figli. Eligia sposò l'Ufficiale Aristide Primicerio ed ebbero tre figlie: Maria, Carmela e Franca. Francesco sposò Maria Bruni ed ebbero quattro figli: Carlo, Maria Pia, Antonio, Mirella.












La chiesa oggi, con particolare dello stemma Zupi





Il Testo storico e foto dell'epoca sono tratte dal libro "Castrolibero memorie e immagini del 1900" di Antonello Savaglio e Alfonso Barone.