Menu a tab - Esempio JavaScript scaricato da HTML.it


Il Blasone La Tradizione Equestre fino al XV secolo La Tradizione Equestre dal XV al XXI secolo L'Ordine Costantiniano L'Ordine di Malta L'Ordine del Tempio L'Ordine della Giara Il Castello di Pescolanciano La Villa di Mergellina Il Palazzo di San Ferdinando Il Palazzo di Santa Lucia Il Palazzo del Corso Vittorio Emanuele La Villa Pescolanciano a Portici Sant'Alessandro Le CeramichePersonaggi
News Attività
Privacy Policy
Cookie Policy








IL NOBILE CASATO DEI d’ALESSANDRO

Le Origini


e notizie genealogiche sulla stirpe degli Alexandri riferiscono dell’esistenza di vari nuclei familiari, dal comune nomen gentilizio, diffusisi su vari territori del suolo italico ed in diverse epoche. E', inoltre, condivisa tra gli araldisti l’opinione di attribuire a detto lignaggio una duplice origine, che si differenzia per l’area geografica residenziale e per il periodo storico di affermazione delle suddette famiglie.

Gli Alexandri nell’Italia Centro Settentrionale
Secondo lo studioso De Daugnon (D.Daugnon, La Ducal Casa dei d’Alessandro, Mi 1880), tra i più noti studiosi della citata famiglia, vi fu un ceppo parentale degli Alexandri, affermatosi nell’Italia Settentrionale tra il XIII° ed il XIV° sec.(nome presente a Como già nel 748), godendo di antica nobiltà “che si vuole avesse origine da Altamonte, cavaliere milanese proveniente dai Duchi di Brunsick-Lunenburg di Germania”.
Si annovera, difatti, un ramo Alessandri, che acquisì il titolo di Conti di Cepletischis e terre annesse, nonché nobili di Bergamo. Costoro portarono l’insegna “d’azzurro al leone d’oro lignato di rosso, attraversato da una banda partita di rosso e d’oro”(A.Borrella, “Annuario della nobiltà italiana, Anno XXXI,Vol.I p.166). Altro “clan” Alexandri si distinse, invece, come nobili di Lombardia.
I d’Alexandrus, invece, a detta del Crollalanza (G.B.Crollalanza, Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane,Pisa 1886-90) erano presenti dal 1412 in “terra di Serenissima”, con proprietà nella piana del fiume Po’. Costoro furono presenti nella vita politica vicentina (con Petrus, sindaco nel 1530-36) ed a Padova (Stephan,vescovo tra il 1551-61), con motto “D’Alexandrus Obsequio Mitigantur”.

Altra illustre famiglia è quella degli Alessandri in terra Toscana (E. Gamurrini, Istoria genealogica delle famiglie nobili Toscane et Umbre, Fi 1668), di cui i conti palatini e patrizi di Firenze sorsero nel 1372 in seno alla famiglia “guelfa nera” degli Albizi, pur sempre di origine tedesca e legata all’arte della lana (S.Ammirato, Delle famiglie nobili fiorentine, Fi 1615,p.21), con proprio cognome e stemma, rappresentato da “una pecora d’argento con due teste in campo azzurro sormontata dalla corona reale antica con due rami di palma al nat. incrociati e uscenti dalla corona stessa” (Collegio Araldico, Libro d’Oro della nobiltà italiana, Vol.XXIX,Rm 2010-14,p.37). Gli Alessandri godettero anche di nobiltà in Livorno e Lucca (dal XIV sec), ove prese l’arma “d’azzurro alle due aquile di argento accostate e mirantesi,coronate d’oro,poggianti con gli artigli su due rami di quercia decussati” (C.Araldico,ibid,p.36). Dagli Alessandri toscani si staccarono due rami che si trasferirono, probabilmente per l’attività professionale, a Napoli (ove risedettero nel seggio di Nilo) ed in Sicilia, acquisendo il feudo della Giarretta (F.Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie nobili del fedelissimo Regno di Sicilia,Pa 1647,p.42) e godendo nobiltà in Catania, con arma “d’oro al cavallo bucefalo corrente di nero” (C.Padiglione, Trenta centurie di armi gentilizie,Na 1914,p.11).
Altro ramo si trapiantò a l’Aquila, godendo di patriziato e della baronia di Fagnano con blasone “spaccato, nel 1°d’azzurro, alla pecora bicipite al naturale, nel 2° di verde”(G.B. Crollalanza, ibid., p.28), spesso ricordati con il cognome d’Alessandro.
Altre famiglie, con una cognomizzazione leggermente variata, si affermarono in altre terre del nord d’Italia, con propria blasonatura e titolatura (Alessandrini in Trento, Parma e Pesaro, Alessandroni in Numana).

Gli Alexandri nell’Italia Meridionale
Vari studiosi hanno ipotizzato che la Gens Alexandri dell’Italia Meridionale sia stata di più antica origine greca. Difatti, le intuizioni accademiche di Gennaro Grande (G. Grande, Origine de’ cognomi gentilizi nel regno di Napoli, Na 1756,pp.290-91) furono tra le prime a dimostrare che “nel tempo barbaro” si diffuse la consuetudine di cognomizzare i “nomi propj” o meglio “il nome del padre”. Lo stesso ritenne, quindi, che in epoca romana o post-barbarica si affermarono in alcune province talune comunità familiari, identificate dal nome di un capostipite con sua origine nativa, spesso collegata ad una storica civiltà. Essendo stato, il sud della penisola italica, colonizzato dalle popolazioni dell’antica Grecia, che fondarono diverse poleis nelle attuali regioni della Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania e Puglia, formanti la nota Magna Graecia (L. Braccesi, La Magna Grecia, Bo 2008),ne è derivata la diffusione di taluni nomi ellenici tra la gente locale. Tra i più diffusi nomen citati dal Grande si annovera, oltre agli Ammon, Argyrus, Beronice, Beryllus, Protas, Soter quello di Aléxandros, collegato al significato di “protettore di uomini” o “uomo che protegge” (Alex dal verbo alexein , proteggere, anèr/andròs, uomo). Detto nome comparì nel poema dell’Iliade di Omero, già dal VI° secolo a.C., quale altro nome del principe troiano Paride, figlio del re Priamo e fratello del guerriero Ettore, coinvolti nella guerra di Troia (1300-1200 a.C.). Ma più ampia diffusione del nome Aléxandros tra i popoli greci si ebbe con la fama acquisita dal condottiero Alessandro Magno (Mégas Aléxandros), fondatore dell’impero macedone, tra il 356 ed il 323 a.C.(J.G.Droysen,Alessandro il Grande,Hamburg 1877). A questo personaggio leggendario, tra l’altro, si ispirò un’ipotesi genealogica di discendenza della Gens Alexandri (oltre alla tradizione orale, vi furono rami che adottarono nell’insegna l’immagine del di lui cavallo bucefalo, o l’utilizzo di nomi personali della progenie alessandrina, quale quello del padre o figlio Filippo), specie nel corso del XVII° e fine XIX° secolo, onde dare maggior lustro alla famiglia con tal collegamento alla sua memoria (fu “valoroso come un eroe, potente come un Dio”) di principe filosofo (simbolo del sapere e del potere). Fu questa una consuetudine presente nel corso dei secoli presso varie personalità dal diadoco egiziano Tolomeo, all’imperatore Ottaviano, al Macchaivelli, Montaigne, Napoleone. Gli Aléxandros, sud-italici, arrivati all’epoca medioevale possono, pure, essere approdati nelle terre del Meridione con gli stanziamenti militari dei dominatori bizantini, o romani d’Oriente, e loro costumanze greche, tra il 395 ed il 1453 d.C.(specie in occasione della guerra contro i Goti, 401-402 d.C., o contro i Visigoti, 409 d.C.).Dagli Aléxandros, poi latinizzati in Ab Alexandro o de Alexandro/Alexandri discesero i vari rami, affermatisi socialmente nelle varie provincie del regno di Napoli e Sicilia, con il leone al centro dell’arma.

Notizie certe vedono il Casato de Alexandro svilupparsi, prima, in Principato Citra dal XI-XII° secolo, poi stanziarsi in area Sorrentina dal XIV° secolo. Si collocarono successivamente in Terra di Lavoro alla metà del XIV°secolo. In questo periodo la famiglia acquisì alcune Baronie (San Giorgio, Casalnuovo e Mugnano) per poi stanziarsi in Napoli dove trovò residenza presso il sedile di Forcella (XV Sec.). Successivamente fu accolta nel sedile di Montagna (meta' sec. XV) ed in seguito nel sedile di Porto. Da tale periodo si svilupparono gli altri rami della famiglia nelle provincie del Regno.



Albero con stemmi famiglie imparentate
Archivio d'Alessandro





Rami dei d’Alessandro nelle Province del Regno di Napoli e Sicilia

























Questo Sito Internet è stato insignito del
Gran Premio Scudo d'Oro edizione 2013
Centro Studi Araldici